Serigrafia 61

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Molto liberamente da… Armando Testa
Altro elemento di continuità sulle copertine di Serigrafia è l’uso della tipografia, spesso ridotta ad elemento puramente alfabetico, altre volte a composizione letterale. Quest’anno le lettere che presentiamo fanno parte di una nuova convenzione di scrittura, per intenderci quella delle stampanti seriali dette Dot-matrix, perché per tracciare segni accostano con impressionante velocità, si va dalle 50 alle 400 battute cioè lettere al secondo, punti del diametro di tre decimi di millimetro. Ma noi non ci serviremo del risultato finale, poco riconoscibile nella struttura se non con un microscopio elettronico, bensì degli schemi costruttivi opportunamente ingranditi, pure questi del resto poco adatti alla riproduzione fotografica ed al conseguente telaio da stampa. Gli schemi ci arrivano freschi di stampa da un plotter, sono un controllo tecnico intermedio. Qualcosa che sta dentro la comunicazione ma che non deve necessariamente comunicare. Inoltre gli schemi nascono entro griglie o matrici, dalle linee molto più sottili e dalla formulazione alchemica oltremodo segreta, o quasi. A nessuno piace vedere pubblicata e divulgata la radiografia della faccia delle proprie fidanzate.
(testo originale apparso in Serigrafia n.61* – aprile 85)
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