Neotipografia/postipografia
Dalla A alla Z, passando per tutto il resto del nostro esercito schierato eccoci alla fine della nostra fatica.
Naturalmente abbiamo cercato di essere bravi quanto certi ragazzi, dei quali abbiamo ammirato le opere al palazzo Fortuny di Venezia nell’autunno 1987. Certamente non siamo stati all’altezza di Jan Tschichold. Il profumo del pane fresco non lo si può paragonare a quello del pane tostato.
Stranamente, nella composizione di queste copertine, si sono scoperte allusioni antropomorfe. Qua e là nascevano un viso, un ammiccamento, un profilo, una presenza umana. Tipico allora ma, sembra, ancora più tipico oggi, come puro divertissement. Quasi a voler ricordare che l’uomo ritrae sempre se stesso. Si autoimita. Poi magari si autocastra.
Ci scusiamo per i colori usati. Sono troppi e sono pochi. Il bianco e nero si addicerebbe maggiormente a certi virtuosismi spaziali di ieri. La violenza dei toni crudi potrebbe avvicinare maggiormente al sole della west coast. Ma viviamo a S. Francisco oppure a Milano?
(testo originale apparso in Serigrafia n.19** – ottobre 88)