G.B. Bodoni
La società dei mezzi esige due atteggiamenti precisi che corrispondono, essenzialmente, a due attitudini psicologiche, forse psicosomatiche. Sono le medesime attribuite, in opposizione, a Dioniso e Apollo. Disordine contrapposto all’ordine, sentimento contro ragione, spettacolo oppure servizio.
Che poi lo spettacolo sia a sua volta un servile servizio nessuno lo nega però il confine tra empirismo e pragmatismo vorrebbe essere netto. Queste copertine, ed i testi esplicativi, sono, ad esempio, un caso di manifesta estemporaneità edonistica. Non si capisce perché si siano scelte alcune lettere, se non per ragioni formali, quali la g, la b, la r, la a, la f minuscole piuttosto che la Et commerciale oppure certi numeri.
Il fatto che accostando tutta l’annata si possa leggere «g.b. Bodoni & 6 serigrafie 1991» non pare rilevante, poiché a nessuno verrà mai in mente di avvicinare le copertine. Neppure si capisce la necessità di macchiare di rosso, giallo, verde, blu l’interno o l’esterno di talune lettere, quasi a volere evidenziare certi pieni e certi vuoti.
Le scritte a mano tanto care a un amico di Aosta ed al gruppo Grapus non fanno che aumentare la confusione comunicativa accantonando ogni proponimento celebrativo.
Questa serie di copertine, dunque non potrà mai essere una rivisitazione un «omaggio a», un d’après, bensì una deliberata intromissione nella poetica altrui. Una dichiarata violenza sul Bodoni, il neoclassicismo, Ingres, Apollo, Mondrian e quanti ancora non arbitrariamente citati come Bach, il Palladio, Pirandello e Robbe Grillet.
(testo originale apparso in Serigrafia n.34** – aprile 91)