Talvolta conviene annotare qualche data e qualche nome, non solo per aiutarci a ripassare la lezione ma, con maggiore utilità, per arrivare a qualche constatazione. Difficile mettere le mani su campionari caratteri dell’Ottocento, e se anche li trovassimo ne ricaveremmo solo informazioni visive ma scarsi crediti ai progettisti. Più facile una grossa divisione tra caratteri disegnati nella prima metà del secolo scorso e altri nella seconda. Tutti noi abbiamo avuto a che fare con qualche Ludlow, negli anni sessanta, e forse ricorderemo il Franklin Gothic della American Typefounders. Era stato disegnato cent’anni fa da Morris Benton, e non è male neppure oggi. Se fosse un abito sarebbe Vintage. Gli anni trenta, il dopoguerra di allora, furono particolarmente prolifici. Lucian Bernhard disegna un suo Gothic per la American Typefounders nel ’29/’30. La Berthold lancia un proprio Grotesque a Berlino nel ’28. Il Futura viene commissionato dalla Bauer a Paul Renner nel 1927. Eric Gill disegna il Gill Sans per la Monotype tra il ’29 e il ’30, conscio dell’influenza subita da Edward Johnston e dei caratteri progettati per la segnaletica della metropolitana londinese. Il Semplicità della Nebiolo, 1931, carattere ancora in campionario negli anni settanta, nasce probabilmente nel cosiddetto ufficio tecnico ma per la sua eleganza potrebbe essere attribuibile a qualche Bertieri. Poi eccoci al ricchissimo secondo dopoguerra, con progetti venuti alla luce quasi contemporaneamente e, ci parrebbe giusto scrivere, sull’onda crescente della nuova cultura grafica. Record Gothic di R.H. Middleton ’56/’61. Folio di Konrad Bauer e Walter Baum ’57/’62 per la Fonderia Bauer. Helvetica di M. Miedinger 1957 per la fonderia Haas (a lungo chiamato anche Haas Grotesque o brevemente Haas). Mercator di Dick Dooijes ’57/’61 per la Amsterdam. Univers di Adrian Frutiger 1957 per Deberny & Peignot. Recta di Aldo Novarese 1958 per la Fonderia Nebiolo. Non ricordiamo al momento la data di uscita del Linea disegnato da Umberto Fenocchio per la Fonderia Tipografica Cooperativa, probabilmente alla fine dei sessanta. Un discorso a parte meriterebbe l’Optima di Hermann Zapf, insigne calligrafo tra l’altro, disegnato per la Stempel nel ’58. Carattere che alcuni studiosi collocano tra i bastoni o grotteschi mentre per altri sarebbe di ispirazione lapidario-romana.