Neotipografia/postipografia
Il bisogno di rifarsi a stilemi del passato nasce anzitutto da una forma di amore cieco. Vorrei scrivere da una venerazione ignorante, perché il più delle volte ignora gli antefatti. Non si preoccupa di esplorare l’entroterra, del paesaggio prende gli aspetti più vistosi traducendoli in illustrazione. Assume forme ed atteggiamenti i quali altro non sono che compiacimento verso se stesso e la propria abilità di ricostruzione. Più che di creatività dovremmo allora parlare di abile cosmesi? di chirurgia estetica? di mistificazione dell’apparente? Ma le mode sono troppo spesso una costante rilettura sino al momento in cui si trasformano in nuova accademia. Così ecco i preraffaelliti, il neogotico, il neoliberty, il postmoderno. Una grande confusione di termini per i non addetti ai lavori. Sarà poi amore? sarà opportunismo? sarà qualcosa che vola nell’aria, che forma una corrente atmosferica capace di trascinare persino le lettere dell’alfabeto?
(testo originale apparso in Serigrafia n.17** – giugno 88)