Serigrafia 38

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Autore:

G.B. Bodoni
Nelle copertine di questa nuova serie si sono usati i colori cari a Mondrian. Perchè Mondrian ha usato colori puri per scandire gli spazi ed accentuare taluni ritmi. Così il gioco dei pieni e dei vuoti, di forme e controforme, dei positivi e dei negativi si ripropone qui come arbitraria possibilità di scelta. Su un autore che non pare votato alla arbitrarietà.
Ma noi siamo così abituati a spogliare, a togliere, a rilevare l’essenziale che di fronte alla sintesi siamo costretti ad aggiungere per dare spettacolo.
La grafica di oggi lo è molto spesso, quando non si vede mortificata nel ruolo di riservizio tecnigrafico. È esercizio di stile, pretesto edonistico, ricerca di una emozione.
La grafica pura, quella del segno essenziale, pare essere scomparsa, poi in nome di quale purezza dovrebbe ancora battersi?
In un fine secolo di conclamate libertà, anche sessuali, la purezza ha odore di incenso e gigli e candele di cera.
Profumi discreti come la violetta di Parma, il ratafia, la tisana di tiglio. Dopo Opium e Schwarzenegger, che hanno cancellato l’aroma dei figli dei fiori chi userebbe mai un carattere, nel quale l’opulenza di un Ingres sposa la quadratura del Palladio, senza arrischiare la minima contaminazione di macchie e graffi. Senza metterci un poco di sano paesano sapore di quella nouvelle cuisine grafica che ci arriva dalla Francia nel nome dei duecento anni trascorsi dalla presa della Bastiglia?
(testo originale apparso in Serigrafia n.38** – dicembre 91)
Serigrafia-38ns-iliprandi-1991-font-bodoni