Serigrafia 39

Anno:
Autore:

… dall’Alpi alle Piramidi…
Forse dobbiamo fare un passo indietro, sperando che tutti riescano a seguirci. Einz, Zvei, Drei, Soffa. L’essere umano, questo è noto, non è stato subito, all’inizio della sua chiamiamola «carriera sociale», un animale scrivente nel senso che noi diamo comunemente, al termine «scrittura».
Fu, ai primordi, un animale fonico e nel contempo segnico, esprimendosi mediante suoni non ancora articolati, e gesti che presto andarono trasformandosi da segnali a segni. Segni tracciati per ricordare, quindi mnemonici. Sassi sovrapposti, rami intrecciati, nodi, tacche.
Poi arrivarono i pittogrammi, quindi gli ideogrammi infine i fonogrammi. Tutto questo prima del cosiddetto alfabeto. Come un grufolismo.
In realtà un segno che sta per un suono è quella che noi chiamiamo lettera dell’alfabeto ma, ad esempio, i geroglifici egiziani sono un passaggio intermedio di non facile classificazione. Un periodo nel quale il linguaggio era registrato, scritto cioè, parte con l’uso di ideogrammi parte con l’impiego di fonogrammi. Tutto ciò avveniva attorno al 3.000 avanti Cristo, quindi cinquemila anni fa e, naturalmente, non ha nulla a che vedere con la famiglia di caratteri che condizioneranno le copertine di Serigrafia nel 1992.
Molti molti anni dopo, comunque prima del fatidico 68, un art director consulente di un Grande Magazzino Milanese, ebbe la ventura di incontrare da viva, oppure dovrei scrivere da vivo, la più bella principessa d’Egitto che non era, come molti sono portati a credere, Cleopatra impersonata da Liz Taylor bensì una certa Nefertiti (confrontare il Piccolo Rizzoli Larousse) Sposa bambina di Amenofi IV-XIV secolo AC.
Questa è una cronaca un poco complessa, che racconteremo fra qualche mese se ne resterà il tempo. Speriamo sia evidente a tutti come, nella cronistoria del carattere che stiamo tracciando sulle copertine di Serigrafia, ci si permettano salti temporali non sempre cronologici.
È chiaro come Bodoni, cui è stata dedicata l’annata 91, sia venuto dopo gli incisori veneziani ed abbia preceduto i realizzatori dei cosiddetti Egizi. Però per parlare di questa famiglia dobbiamo fare un salto a ritroso di parecchi secoli e non per scoprirne l’origine del segno, ma per divagare attorno al nome tanto affascinante quanto improprio. Ed intrigante quanto il Gotico.
Ci si permettano quindi alcune ipotetiche parentesi, quale quella iniziale, dettate dal puro bisogno aneddotico.
(testo originale apparso in Serigrafia n.39** – febbraio 92)
Serigrafia-39ns-iliprandi-1992-font-egizi