Serigrafia 51

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Gli anglosassoni chiamano i caratteri privi di grazie “sans serifs”, senza grazie appunto, ed a noi pare un modo preciso e definitivo per connotare una particolarità. Molte invece le denominazioni alle quali ci siamo adeguati in Italia. Bastoni pare il termine più in uso, e si riferisce evidentemente all’aspetto formale. Grotteschi ci è stato suggerito da alcune fonderie d’Oltralpe con chiaro rimando a certe scritture, preistoriche, non meglio identificate. Lineali, o lineari, li troviamo nella classificazione decimale di Schlanger. Antiques per certi cataloghi francesi. I nostri lettori serigrafi che provengono dalla tipografia ricorderanno i nomi delle serie più attualmente note, Helvetica, Recta, Futura, Univers, Gill ma anche quelle che non potevano mancare, in una buona dotazione, attorno agli anni cinquanta. Come l’Etrusco, lo Spartan, l’Atena e qui i nomi si fanno particolarmente evocativi rimandandoci all’origine del segno alfabetico, alle lettere lineari greche ed a quelle del romano arcaico. È interessante riportare che, pur essendo così “moderni” di aspetto, i caratteri bastoni hanno una certa venerabile età. I primi sans serif appaiono in specimen editoriali di Figgins e Thorowgood nel 1832, ma gi  nel 1816 W. Caslon IV aveva proposto una serie del genere chiamandola, in controtendenza, Egyptian, Blake e Stephenson chiamarono Sans Surryps la loro versione del 1833. Thorowgood è probabilmente padre del termine Grotesque, mentre la tradizione americana vede spesso usata la denominazione Gothic anche se non vi è alcun nesso con le scritture gotiche. Con il Caslon Doric, 1854, abbiamo i primi esempi di forze d’asta differenziate ma si dovette arrivare al ventesimo secolo, con un massiccio intervento delle principali fonderie tedesche, per poter apprezzare le caratteristiche peculiari di questo carattere.
Serigrafia-1994-iliprandi