Serigrafia 63

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Molto liberamente da… Adolfo Hohenstein
Eccoli dunque questi caratteri, nuovi almeno nella costruzione se non nell’aspetto.
Alcuni sono eredi di una tradizione che si rifà a Mister Remington o ancora più addietro alla passione per gli scavi archeologici ed al ritrovamento delle testimonianze dell’antica civiltà egizia. Legionari, dall’alto di queste piramidi quaranta secoli di storia vi guardano. Altri invece, qui non sufficientemente esemplificati, sono indicativi delle direttrici progettuali di un prossimo futuro. Se anche questa è tipografia possiamo dichiarare che la tipografia sta conoscendo un nuovo periodo e sta cambiando di quanto è mutata la possibilità di composizione e riproduzione dei segni che ne costituiscono l’ossatura. La tipografia è uscita da tempo dall’artigianato affrontando su scala più vasta il tema della riproduzione seriale. Non staremo a scomodare Walter Benjamin unicamente perché anche la tipografia avanzata entra nell’area del progetto.
Ed il progetto non è arte bensì design. Ma questa è ancora tipografia?
(testo originale apparso in Serigrafia n.63* – agosto 85)
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