Serigrafia 35

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La copertina vista dall’artista…
È all’amico Ferruccio Lucini, tipografo di classe e di costume antico, che debbo la scoperta della serigrafia; il suo entusiasmo, la sua generosità, la sua perizia, la sua fiducia, mi portarono, or sono due anni, a mettere mani nei barattoli di colore serigrafico, a prendere contatto col tavolo di stampa. Non ho abbastanza maturazione per parlare di grandi risultati, ho però al mio attivo due libri stampati con Lucini: «Tempo – Spazio – Luce» datato 1963, e «Misura di Luce» datato 1964.
Sono un pittore e il mio discorso, il mio bisogno, la mia ambizione è quella di un pittore che aspira alla luce: la luce come il tutto dell’opera compiuta, luce che è protagonista dell’opera che determina, luce che non è la luminosità che viene da sorgente luminosa.
La mia pittura di oggi è un piano di colore luce, nel quale trova calcolato posto una forma – quadrato, rettangolo, linea – «misura di luce».
La copertina di «Serigrafia» è una mia composizione abituale, dimensionata nella misura richiesta. L’orizzontale che divide lo spazio in due parti, la più grande è un quadrato, è il testo bianco; la verticale, il quadrato bianco che vibra nello spazio quadrato giallo, e che determina con l’altro quadrato bianco, che gli sta ortogonalmente sulla linea del testo, la misura di un altro quadrato giallo nel già detto quadrato giallo. Il tutto è forma che si organizza nel colore luce per essere unità, armonia, silenzio.
Antonio Calderara

… vista dal serigrafo
È impossibile per il serigrafo parlare di problema stampa nella realizzazione di questa copertina. Soddisfatto il particolare tecnico della rigorosa centratura ogni difficoltà è superata. Siamo nel campo della astrazione assoluta, e possiamo soltanto constatare che la serigrafia è mezzo valido ed idoneo a soddisfare anche le più «astratte» esigenze dell’astrattista.
L’artista ha esaurientemente commentato la sua opera e ogni ulteriore commento del serigrafo sarebbe inutile o comunque fuori posto. L’unico che può parlare ed esprimere un giudizio è sempre l’artista. Noi ci auguriamo di averlo soddisfatto e ne attendiamo il plauso o la condanna.
Claudio Baldessarri
(testo originale apparso in Serigrafia n.35 – febbraio 64)
Serigrafia Antonio Calderara 1962